Violenza verbale e digitale contro la Presidente Proietti e Federica Porfidi: respingiamo ogni attacco sessista.
Nelle ultime ore la Presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, è stata destinataria di attacchi e commenti misogini che oltrepassano ogni limite del confronto democratico. Tali condotte non rappresentano semplici derive del linguaggio politico, ma costituiscono l’ennesima conferma di quanto la cultura sessista continui a permeare il discorso pubblico nel nostro Paese. Ogni volta che una donna esercita il proprio ruolo istituzionale con autorevolezza, competenza e autonomia, si attivano meccanismi di delegittimazione che colpiscono non l’operato politico, ma la sua identità di genere.
Queste manifestazioni non sono episodi isolati: sono forme di violenza di genere che si rigenerano nell’opinione pubblica e negli spazi mediatici, mantenendo vivo un modello patriarcale che ostacola la piena partecipazione delle donne alla vita politica e civile. Nel contesto digitale tali dinamiche assumono modalità ancora più subdole e pervasive. L’impiego dell’intelligenza artificiale per intimidire, manipolare o danneggiare le donne rappresenta una nuova frontiera della violenza, resa ancor più insidiosa dalla rapidità di diffusione, dall’anonimato e dalla capacità di incidere sulla reputazione e sulla libertà personale delle donne. Questa è violenza digitale che attraversa lo schermo e colpisce la dignità e la sicurezza psicologica delle donne.
Contrastare la misoginia significa dunque tutelare non una singola figura politica, ma il diritto collettivo delle donne a occupare lo spazio pubblico senza essere bersaglio di violenza simbolica, verbale o tecnologica. Una società che ambisce a definirsi democratica non può accettare che il sessismo diventi uno strumento di lotta politica o una scorciatoia per minare l’autorevolezza delle donne che ricoprono funzioni pubbliche.
Solo pochi giorni fa è avvenuto un episodio simile nei riguardi della Segretaria regionale di Sinistra Italiana, Federica Porfidi, la quale è stata bersaglio di commenti misogini e sessisti in seguito alla sua proposta politica “No King Day”, formulata nel contesto della discussione sull’operato del Sindaco Stefano Bandecchi, oggetto di critiche legate alla gestione amministrativa e al progetto stadio-clinica. La riflessione avanzata da Porfidi, che invitava a un percorso alternativo e condiviso per il futuro di Terni, è stata distorta e ridotta a pretesto per attacchi personali fondati unicamente sul genere, non sui contenuti proposti.
Contrastare la misoginia non significa tutelare solo la singola figura politica, ma difendere il diritto collettivo delle donne a contribuire alla vita democratica senza essere esposte a violenza verbale e digitale.
Esprimiamo pertanto piena solidarietà alla Presidente Stefania Proietti e alla Segretaria Regionale Federica Porfidi: respingiamo con fermezza ogni forma di violenza rivolta alle donne che scelgono di impegnarsi nella vita politica e di assumere ruoli di responsabilità. Difendere la loro autodeterminazione significa difendere la qualità stessa della nostra democrazia.
Segreteria Provinciale Sinistra Italiana